Carlo Ventura

Laboratory of Molecular Biology and Stem Cell Engineering & VID art|science, Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi (INBB)

Biografia

Carlo Ventura è Medico, Dottore di Ricerca in Biochimica, Cardiologo e Professore Ordinario di Biologia Molecolare presso la Scuola di Medicina dell’Università di Bologna. È Direttore di ELDOR Lab e del Laboratorio Nazionale di Biologia Molecolare e Bioingegneria delle Cellule Staminali dell’Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi (INBB: http://www.inbb.it). È Editor-in-Chief del World Journal of Stem Cells.

I suoi studi sono focalizzati sulla biologia cellulare e sulla medicina rigenerativa. In questo contesto, ha sviluppato dispositivi e metodi innovativi per la trasformazione del grasso umano in derivati tissutali, sia attraverso la microframmentazione, che tramite particolari strategie di lavaggio. Ha sviluppato un sistema per il rilascio di un “unified fluid adipose tissue (UFAT)” che conserva le caratteristiche di una nicchia vasculo-stromale intatta, incorporando periciti come elementi precursori delle cellule staminali mesenchimali, nonché una elevata concentrazione di esosomi e MUSE cells (Multilineage Stress Enduring stem cells), una popolazione cellulare che conserva le caratteristiche delle cellule staminali pluripotenti umane in vitro e in vivo. Ha sviluppato il primo metodo e sistema convalidato per consentire una crioconservazione e un rilascio efficienti di derivati del tessuto adiposo umano da parte di Biobanche. Questi risultati stanno ora soddisfacendo le esigenze non corrisposte di un elevato numero di pazienti che necessitano nel tempo di trapianti multipli di derivati del tessuto adiposo, pur non essendo in grado di far fronte a ripetute procedure di liposuzione a causa di gravi comorbidità (ad esempio pazienti con insufficienza cardiaca, complicanze del diabete e patologie vascolari). La sua ricerca si concentra anche sullo sviluppo di sistemi di imaging iperspettrale, in grado di valutare in tempo reale la vitalità cellulare e l’integrità dei tessuti nei derivati del tessuto adiposo umano, immediatamente prima del trapianto o della crioconservazione.

Sta fornendo la prova che le cellule somatiche e staminali contengono circuiti bioelettronici e sono in grado di produrre energie fisiche, come campi elettromagnetici, vibrazioni nanomeccaniche (compresi i suoni) e luce. Questi modelli oscillatori mostrano caratteristiche di connettività e sincronizzazione, una delle principali forme di riconoscimento e persino di riconoscimento biomolecolare, senza la necessità che le molecole di segnalazione si tocchino tra loro. Il suo lavoro mostra che le cellule (staminali) non solo producono, ma percepiscono le forze fisiche e possono essere riprogrammate da tali energie in cellule rigenerative più efficienti per la cura di molteplici malattie.

Queste dinamiche biofisiche comportano un altro intrigante livello di sviluppo: un Codice Morfogenetico, un software della Vita capace di orchestrare forme e funzioni, dall’assemblaggio molecolare/sopramolecolare, fino al destino cellulare, e al raggiungimento di una anatomia macroscopica su larga scala. Attualmente è impegnato nello sviluppo di una medicina rigenerativa che sfrutti le caratteristiche diffusive di tali energie, per consentire un’efficace riprogrammazione in situ delle nostre cellule staminali tessuto-residenti. Questa strategia sta aprendo la strada a una medicina rigenerativa/di precisione eseguita senza la necessità di trapianto di cellule o tessuti, essendo basata sull’ottimizzazione del nostro potenziale intrinseco di autoguarigione.

Nel 2011 ha fondato VID art|science (https://vidartscience.org), un movimento transdisciplinare internazionale che promuove un percorso comune di artisti e scienziati per portare ad un cambiamento di coscienza, nella consapevolezza dell’unità intrinseca delle arti e delle scienze. VID è l’abbreviazione di “vide”, l’imperativo latino di videre, “vedere”. VID significa quindi: Vedi! Cerca di avere una visione! Al VID art|science, artisti e scienziati perseguono un approccio transdisciplinare, dimostrando che le manifestazioni artistiche possono parlare ai livelli e alle dinamiche più intime della nostra biologia. In sintonia con queste scoperte, gli artisti si stanno evolvendo verso forme espressive autonomamente ispirate da un panorama scientifico fatto di scoperte e paradigmi nuovi.